In questo momento sono sulla veranda di una casetta di legno affacciata sul Mekong. Su quest`isola, Don Khon, non ci sono strade, corrente elettrica, acqua calda. Le giornate iniziano presto, i galli cominciano a dare la sveglia alle quattro. Il padrone di casa serve la colazione e gli altri pasti in veranda, ad un metro dalle camere. Siamo sei ospiti, tutti cordiali, silenziosi e discreti. Se riusciamo a rotolare dall`amaca e raggiungere il pontile sotto casa, i pescatori ci portano in barca a visitare le isole vicine o le cascate. A volte ci spingiamo in bicicletta fino all`altro capo dell`isola, distante quattro chilometri. All`ora del tramonto, stremati, ci ritroviamo di nuovo sulla veranda a bere, mangiare e fumare i prodotti dell`orto del papi. Per le dieci dormiamo tutti come neonati, cullati dal vento e dal rumore del fiume e dei suoi abitanti.
E` davvero volgare da parte mia far seguire alla descrizione dell`Eden questa venale informazione, ma mi sento in dovere di condividere con voi la sensazionale scoperta che il paradiso esiste, ed e` davvero per tutti, accidiosi inclusi, anzi, e` soprattutto per loro: un mese di notti immobili, piedi scalzi, cocktail con vista fiume, abbuffate di cibo appena pescato o raccolto, lente passeggiate, ...., costa come una cena per due astemi in un ristorante medio di Milano: sui cento euro.
Questa e` la mia ultima notte a Don Khon e mi sento come la povera Eva, cacciata dal giardino. Si e` pure consumata la candela. Mio malgrado, devo dormire.
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Invece no, non e` stata la mia ultima notte a Don Khon, destino (o Dio) benevolo!
Come da programma, la mattina successiva sveglia all`alba e partenza per la cittadina prevista dal mio itinerario, Pakse. Per raggiungerla ho cambiato tre mezzi (una barca, un autobus stipato e un tuk tuk costipato) e impiegato mezza giornata. Nemmeno due ore dopo l`arrivo, Don Khon, magnetica, mi ha richiamata indietro. Il tempo di andare in banca, spostare un volo, controllare la posta elettronica e via, viaggio a ritroso. Non sono riuscita a resistere alle lusinghe dell`isola, ho avuto bisogno di un`altra razione di manna. C`e` stato un ulteriore, ottimo motivo che mi ha indotta a tornare: e` francese e si chiama Alex.
Passo e chiudo per qualche giorno.
venerdì 4 gennaio 2008
Io, Eva
Pubblicato da Maria Casali alle 20:00
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2 commenti:
C'è un posto nel tuo paradiso terrestre, magari come serpente?
Un bacio
Sandro
ti biasimiamo molto per aver modificato senza plausibile motivo il tuo piano di viaggio. Monica e Clara. Tanti abbraccioni.
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