Come da copione biblico, dopo il paradisiaco soggiorno sull`isola, sono arrivate le lacrime. L`esperienza cambogiana e` stata piuttosto dura, a tratti dolorosa, nonostante il paese sia splendido e semplicissimo da visitare.
La miseria e gli orribili segni lasciati dal regime sono ovunque, non danno tregua: la bellezza mozzafiato dei templi di Angkor e` oscurata dalla penosa presenza di invalidi di guerra e mutilati che mendicano o suonano musiche tristi sul ciglio di strade polverose. Cenare nei romantici dehors sul lungofiume e` impossibile: non appena viene servito un piatto, i bambini che sfilano davanti ai ristoranti sperando di rimediare un panino o qualche soldo, si fermano e fissano il cibo con occhi avidi. E a tutti passa l`appetito. Anzi, purtroppo forse non a tutti. Pare che qui il turismo sessuale minorile sia una vera piaga, e in effetti la capitale e` tappezzata di manifesti per sensibilizzare la popolazione e spaventare i viscidi. Che purtroppo ci sono e sono tanti. Naturalmente non mancano le droghe, che sono tollerate e reperibili ovunque; nelle pizzerie e nei bar si possono ordinare "happy (leggi ganja) pizza" e "happy cocktails" senza rischiare nemmeno una multa. Insomma, in citta` si respira squallore, vizio, corruzione.
Purtroppo anche lontano dalla citta`, al mare, su spiagge cosi`,
non ci si sente mai davvero in vacanza: la costa e` infatti disseminata di edifici (spesso bellissimi palazzi coloniali) in rovina, evacuati nel periodo in cui Pol Pot e i suoi hanno seminato morte nel sud del paese. Ci e` voluto un attimo a realizzare che probabilmente alcuni dei loro proprietari sono finiti nella prigione degli orrori o nelle fosse comuni che due giorni fa ci hanno fatto rivoltare lo stomaco. Meglio non ripiegare sulla montagna, pero`, perche` se si esce dai tracciati o non si e` accompagnati da una guida esperta, si rischia di saltare in aria su uno dei milioni (si stima tra i quattro e i sei) di ordigni inesplosi che ogni anno mutilano o uccidono migliaia di cambogiani, in prevalenza bambini.
Detto tutto questo, se si arriva preparati, si resta incantati dalle bellezze del paese e dall`accoglienza dei cambogiani. Purtroppo pero` oggi non riesco a parlarvene, sono troppo sofferente per la mia tragedia personale, causa di altri fiumi di lacrime e di una ricaduta nel club dei fumatori, dannazione.
Dal giorno dell`addio, questo,
ho il cuore in frantumi. Qualcuno mi aiuti, riportatemi Alex.
domenica 20 gennaio 2008
La petite mort
Pubblicato da Maria Casali alle 22:49
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2 commenti:
hey, non capisco, qui mi sto perdendo dei pezzi... vorrei URGENTEMENTE una mail dettagliata di aggiornamento, grazie. lalli
amore ti penso sempre e ti leggo sempre. baci tuo domi
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