sabato 20 ottobre 2007

Transiberiana - Appunti dal treno






Il treno ha appena superato Novosibirsk, saranno le dieci o le undici di sera, ma sembra notte fonda. Fuori dal finestrino non si vedono ne` luci, ne` stelle, solo nero. E` la mia terza notte sul treno e finalmente sono sola nel mio scompartimento da quattro: nessun bambino che piange o genitore che si sforza inutilmente di fare conversazione. Sembrera` impossibile, ma nelle 48 ore trascorse in treno, non ho ancora avuto il tempo di leggere o scrivere. Troppe distrazioni.
Ora, cullata dal treno e con una luce tenue alle mie spalle, posso finalmente perdermi nei miei pensieri. Il primo, malinconico e nostalgico, e` tutto per te, XXX, spero ti arrivi.
Della transiberiana non c`e` granche` da raccontare: dai finestrini, per giorni e giorni, si vedono solo betulle e pini, sterpaglie informi e casupole di legno; seduti davanti a me, i compagni di viaggio russi, curiosi ed ospitali al limite dell`invadenza; nel vagone ristorante, i viaggiatori raccontano i soliti aneddoti sulla mise da viaggio dei russi, sulle irascibili capotreno e sui manicaretti venduti da tristi nonnine sulle banchine delle stazioni.
Per quanto mi riguarda, il treno potrebbe anche essere deserto, solo il macchinista ed io. Pagherei oro. E invece no, tutti quanti a disturbarmi con chiacchiere inutili e ad impedirmi di contemplare la sterpaglia in pace. Tra alcuni giorni probabilmente avro` bisogno e voglia di relazioni e calore, ma adesso no, devo ancora smaltire gli addii e aspettare che il cuore si sgonfi. Adesso non voglio altro che silenzio, monotonia e noia. Tutto quello che ho ora, nella mia cuccetta vuota, in mezzo alla Siberia.

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