lunedì 12 novembre 2007

Dal Padiglione per la Contemplazione delle Meraviglie



Sono salita fin quassu`, in cima alla collina del parco Jingshan, per trovare un po` di pace ed ammirare la vista panoramica sulla citta`. Su tutti i lati si vedono moderni grattacieli in vetro ed acciaio che si alternano alle pagode, ai templi e ai tetti arricciati delle case tradizionali; laghetti e giardini che iniziano solo ora ad ingiallire.

Cerco di riconoscere i luoghi e i monumenti visitati negli ultimi dieci giorni: proprio qua sotto c`e` la Citta` Proibita, antica dimora delle dinastie Ming e Qing, il cui accesso era riservato esclusivamente agli imperiali (per questo, e non per le ragioni maliziose che avevo immaginato, si chiama "Proibita"). Piu` in la` la residenza estiva della corte imperiale, il Palazzo dell`Estate e, a sud, il Tempio del Cielo, dove l`imperatore celebrava riti sacrificali al cielo per avere un buon raccolto. Le immagini e i nomi delle decine di templi che ho visitato si confondono nella mia memoria. Mi resta una sensazione di equilibrio e di armonia e una profonda ammirazione per le menti che hanno concepito queste costruzioni e per i fantasiosi inventori dei nomi degli edifici, sentite qua: Porta dell`Armonia Suprema, Palazzo dell`Armonia Protetta, Padiglione delle Diecimila Felicita`, Palazzo delle Eleganze Accumulate, Padiglione della Pioggia e dei Fiori, Palazzo delle Onde di Giada, Palazzo del Nutrimento dello Spirito, Padiglione della Quiete Compassionevole, Sala della Tranquillita` Terrestre, Padiglione della Quiete e della Longevita`, Pagoda della Pace Celeste e via dicendo... Non sono geniali?

Accanto alle residenze imperiali e ai templi divini, la Pechino del popolo: gli hutongs, vicoli che attraversano con andamento tortuoso la citta`, creando un labirinto di negozi e bancarelle, ristoranti ed abitazioni ad un piano. Solo addentrandosi negli hutongs si scopre il vero volto di Pechino, al contempo ripugnante e fascinoso. Nei vicoli convivono, in strana armonia, l`odore nauseante delle fogne e il profumo di pane, l`ozio dei giocatori di scacchi e la frenesia dei commercianti, i canti e i clacson, le case popolari ridotte a macerie e le residenze storiche perfettamente restaurate. In sella alla mia bici ho esplorato centinaia di stradine disseminate nelle varie zone della citta` e, per motivi diversi, le ho amate tutte. Il vero gioiello, pero`, e` qua sotto: si tratta di un hutong che la municipalita` ha fatto sgomberare per i lavori di restauro pre-olimpici; un alto recinto e guardie armate che controllano giorno e notte le porte di accesso, lo difendono dagli sguardi curiosi dei visitatori. Le protezioni non sono pero` riuscite a fermare la regina delle incursioni nei luoghi proibiti, che da giorni perlustrava la zona alla ricerca di un varco o di un vigilante corruttibile, senza successo. Ieri notte, finalmente, sono riuscita ad intrufolarmi nella zona protetta, approfittando della distrazione di una guardia. I raid e le fughe sono i miei passatempi preferiti fin dall`infanzia e il mio lato voyeuristico e` incontrollabile, figuriamoci se riescono a fermarmi questi ingenui cinesi! Oltre i cancelli una trama di cortili, case sventrate e padiglioni in legno, illuminati dalle luci violente dei cantieri. Unici abitanti di questo hutong surreale, gli alberi secolari, graziati dalle ruspe. Unici fortunati visitatori, Shannon ed io, nella notte dei saluti.

Si e` fatto tardi. Scendo dalla collina e vado a prepararmi per la partenza, il Viaggio delle Malinconie Ininite.

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